La storia dell’impresa di dragaggi e opere marittime della famiglia Boscolo Cucco di Chioggia inizia intorno al 1870 con un burchio di venticinque metri che svolgeva attività di trasporto misto, da quello dei prodotti agricoli a quello della sabbia, dei mattoni e delle macerie, in quell’ambiente particolarissimo che è la laguna veneta, dove, da tempo immemorabile, i mestieri di terra e di acqua procedono l’uno accanto all’altro.
In un’epoca in cui il baratto e lo scambio costituivano ancora un sistema economico, che sopravviverà come un arcaico relitto fino agli anni Quaranta del Novecento, anche i trasportatori erano spesso pagati in natura, con servizi e prodotti dei loro stessi clienti.
Verso il 1900 Eugenio Cucco riceve in eredità dal padre il burchio con cui inizia l’attività di sabbionante, cioè di trasporto di sabbia, ghiaia e altro materiale inerte impiegato nell’edilizia e nella realizzazione delle infrastrutture, pur senza abbandonare quella dei trasporti misti. Durante la Grande Guerra 1915 – 1918, l’imbarcazione venne armata con una mitragliatrice e trasformata così in un battello da difesa che operò alla foce del Piave.
Siamo all’epoca della marineria a vela che, secondo una forte e radicata tradizione tipica dell’Adriatico, costituiva anche l’emblema distintivo del paròn di barca e della sua famiglia, attraverso i colori e i simboli che vi erano dipinti. La famiglia Cucco aveva dunque la sua vela, di colore rosso con penna e angolo di bugna neri, con al centro il simbolo costituito da un albero su cui sono posati due uccelli.